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S.Gessner, dagli Idilli, Milone

"...Vieni a vedere come è dolce lo stare nella grotta dove abito, sopra questa collinetta, e come l’edera adorni piacevolmente di una rete di verzura questa roccia di cui la cima è coronata da un cespuglio di spine. La mia grotta è spaziosa; le mura son coperte di molli e morbide pelli; ho piantato delle zucche all’ingresso di quella che si alzano come a riparo, e formano una copertura contro il chiarore del giorno. L’onda si precipita spumante dall’alto della mia roccia, e scorre poi via sul crescione a traverso l’erba fiorita..." Così cantava Milone, il pastore della grotta, mentre Cloe lo ascoltava nel boschetto vicino. Si avanzò sorridente e prese per mano il pastore. "O Milone -disse- pastorello della grotta, ti amo più di quello che le pecore non amino il trifoglio, e gli uccelli il canto. Conducimi nella tua grotta: il miele è per me meno dolce dei tuoi baci, e il mormorio del ruscello meno soave della tua voce".

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