Dopo una lezione al liceo classico S. Maffei di Verona, il
filosofo e uomo politico Massimo Cacciari (già sindaco di Venezia) ha
rilasciato un'intervista in cui, fra le altre cose, ha indicato
l'importanza della cultura umanistica e dello studio del greco.
L'intervista può essere letta nella sua
integralità in questo sito:
http://fascinointellettuali.larionews.com/intervista-a-massimo-cacciari-senza-i-classici-non-ce-pensiero-critico-ne-democrazia/
In un
mondo come quello in cui viviamo oggi, dove viene propugnata la cultura
scientifica e tecnico-tecnologica e discapito della cultura umanistica,
che senso ha studiare ancora le materie classiche ed umanistiche?
Questa cultura, quella umanistica, e in particolare il pensiero greco,
possono aiutarci a uscire dalla crisi socio-politica ed etica in cui
siamo immersi? In che modo?
Sarò breve: si
ignora la cultura umanistica? Può darsi che una pianta possa crescere
completamente sradicata, ma quello che è certo è che si parlerebbe
senza sapere quello che si dice. Voi parlate costantemente di
uguaglianza, di legge, di giustizia. Ma sapete cosa dite? Se non avete
la minima idea del pensiero classico, degli autori classici, voi non
siete dei parlanti ma dei parlati. Voi credete di parlare, ma in realtà
la lingua parla in voi, perché ripetete termini ignorandone il
significato, la radice. Ignorate il significato non solo in modo
linguistico, ma in modo semantico. La conoscenza di questi autori vi dà
questa arma: riuscire a dare ragione di ciò che dite. Credo che questo
dia una certa superiorità.
Voi dovete essere gli “áristoi”: una persona che fa un
percorso di studi umanistici deve avere in mente di diventare àristos,
ovvero il migliore. Solo così si può fare del bene alla democrazia. Non
so se sia chiaro perché siete democratici. Probabilmente non lo è, poco
importa: ormai sono democratici tutti! Ma perché siete democratici?
Perché non siete per la monarchia assoluta? Eppure il re Sole era
bravo. Qual è il motivo per cui non volete il re Sole?
Io sono democratico perché credevo che, attraverso il mio voto e
attraverso il ragionamento di sottoporre a critica razionale i
programmi che mi venivano presentati, io potessi scegliere i migliori.
Noi siamo democratici perché riteniamo di avere la ragione sufficiente
e di essere sufficientemente informati e coscienti per scegliere a
governarci i migliori. E come si dice “migliori” se non “áristoi”? Quindi,
io sono democratico perché sono aristocratico. Voi dovete diventare
àristoi e volere che la democrazia sia aristocrazia sul piano del
merito, del valore, della conoscenza, della consapevolezza. E
qual è la vera “paìdeia”? Secondo me sono gli studi liceali,
ed in particolar modo il liceo classico. Nel liceo classico c’è tutto.
C’è poi un secondo aspetto: come volete elaborare una coscienza critica
se non attraverso determinate letture e conoscenze? Gli àristoi
sono i migliori perché sono curiosi e non sono mai soddisfatti né
contenti di quel che hanno, perciò sono sempre spinti a cercare di più.
Ma la curiosità non basta, bisogna avere anche spirito critico, saper
mettere in discussione. Come facciamo ad armarci dello spirito critico,
unico mezzo che ci permette di essere liberi, se non attraverso
determinate letture e determinati studi? È a scuola, nella scuola fatta
come si deve che si impara ad essere àristoi ed è attraverso
il dialogo e il confronto tra coetanei. Ognuno potrà fare poi il
percorso che più gli si addice: medicina, legge, ingegneria… ma non ho
mai conosciuto nessun grande medico, nessun grande fisico, nessun
grande ingegnere che non avesse coscienza critica, cioè che non fosse
appassionato di quei testi su cui soli ci si forma una coscienza
critica. Nei classici noi ascoltiamo la voce di persona che hanno
sconquassato il pregiudizio ed hanno messo a soqquadro ogni coscienza
prestabilita. E se la scuola vi fa leggere i classici come un
catechismo dovete ribellarvi. La ricchezza di questi studi sono le
domande, i dubbi, le angosce, che hanno mosso tutti i grandi pensatori.
Sono angosciato dall’idea dell’eliminazione del percorso di studi
classico. Esso può essere arricchito, ma la sua eliminazione è
angosciosa. Perché la vera omologazione, in realtà, parte da un
percorso di studi che sia uguale per tutti e sia portatore della
cultura che inquieta. Il classico non è qualcuno che dice
autorevolmente qualcosa, ma è la domanda che non trova mai risposta.
Questo è il classico. E questa è la cultura.
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