Latini e Germani (II)
 

 

 

 

"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI)

"La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)

 

  HomeChi siamoLa rivistaTestiDidatticaAttivitàGuestbookVariaCerca

 

Latini e Germani (II)

Il più antico testo germanico che abbia una certa estensione è la traduzione della Bibbia in gotico (una lingua germanica orientale oggi estinta): di questa traduzione, compiuta nel sec. IV dal vescovo ariano Wulfila, ci sono pervenute parti abbastanza ampie, soprattutto del Nuovo Testamento. Non mancano testi cronologicamente anteriori (le iscrizioni runiche), ma la loro estensione è troppo limitata e il lessico che esse presentano ha un carattere troppo ripetitivo per avere interesse dal nostro punto di vista. Un primo elementare criterio per stabilire l’anti¬chi¬tà dei prestiti latini nelle lingue germaniche è costituito dalla presenza del termine nella Bibbia di Wulfila o dalla sua estensione in tutte le lingue germaniche, indizio certo del fatto che esso è pervenuto in territorio germanico in un’epoca in cui la circolazione linguistica tra le varie tribù era ancora viva e vitale.
Tra i prestiti più antichi va annoverata la parola indicante il ‘vino’, che appare come wein in gotico, wīn in ant. tedesco (oggi Wein) e in ant. inglese (oggi wine), vín in ant. nordico. Senza entrare in particolari eccessivamente tecnici, che diminuirebbero l’interesse dell’allievo, ci limiteremo alla rilevazione di quattro aspetti culturalmente e linguisticamente interessanti.
1. I Germani importano dall’impero romano il vino, in quanto la coltivazione della vite è sconosciuta ai popoli dell’Europa centrale e settentrionale: più in generale possiamo dire che la vite è caratteristica del mondo mediterraneo, e l’uso del vino era ignoto all’ambiente linguistico e culturale degli Indeuropei primitivi, che usavano come bevanda inebriante l’idromele (gr. méthy, ted. Met, ecc.): la stessa parola lat. vínum e i suoi equivalenti in altre lingue, indeuropee e no (gr. oînos, arabo wain, ecc.) è ripresa da lingue di culture e civiltà che precedettero l’avvento degli Indeuropei nelle regioni meridionali dell’Europa.
2. Già nella Bibbia gotica troviamo numerose derivazioni dalla parola fondamentale, sego che la parola è ormai perfettamente integrata nel tessuto della lingua: è questo un ottimo indizio per definire l’antichità del prestito e la sua penetrazione nell’ambiente germanico: ad es. weina-gards ‘vigna’ (con gards ‘casa, cortile’), weina-triu ‘vite’ (con triu ‘albero’), wein-drugkja ‘ebbro’ (con un corradicale del verbo drigkan ‘bere’, l’equivalente gotico di ingl. drink e ted. trinken). Anche molti altri termini relativi alla coltivazione della vite o alla conservazione del vino sono attestati in lingue germaniche e vari elementi di natura storica, linguistica e culturale permettono di datare questi prestiti come precristiani: p.es. in gotico troviamo aket ‘aceto’ (e anche il ted. Essig è una deformazione della stessa parola latina), in tedesco Keller ‘cantina’ (dal lat. cellarium) o Kufe ‘tino’ (dalla forma lat. volgare cōpa) o Most ‘mosto’ (dal lat. mustum) o Winzer ‘vignaiolo’ (dal lat. vinitorem): potrebbe essere il tema di una ricerca, da farsi naturalmente con l’ausilio di un affidabile vocabolario etimologico.
3. Come già abbiamo visto, il mondo germanico fa da tramite per la diffusione della parola in altre culture: i termini per ‘vino’, ‘mosto’, ‘aceto’ e altri passano nel mondo slavo (in ant. slavo rispettivamente vino, mŭstŭ, očĭtŭ), e da qui eventualmente nel mondo baltico (lit. vynas ‘vino’).
4. Nelle lingue germaniche antiche la parola per vino appartiene al genere neutro, così come il termine latino da cui è mutuata. Nel tedesco moderno però troviamo Wein maschile. In realtà anche nella fase antica del tedesco troviamo tracce dell’appartenenza di wīn al genere neutro (rōt wīn ‘vino rosso’, hwīz wīn ‘vino bianco’). Il cambiamento di genere è dovuto a ragioni esterne. Nel latino parlato il neutro è andato rapidamente decadendo, tanto da lasciare nelle lingue romanze pochissime tracce della sua antica esistenza. In particolare nella parola per ‘vino’ il passaggio al maschile risale quanto meno ai primi secoli dell’impero: troviamo vinus già nel romanzo di Petronio. Il passaggio della parola tedesca dal neutro al maschile mostra dunque come siano stati duraturi i rapporti e gli scambi linguistici tra mondo latino e germanico, tanto da favorire un passaggio di genere che non sarebbe giustificato in tedesco, dove il genere neutro ha continuato ad esistere fino ad oggi.

 

 
 

Print Friendly and PDFCliccando sul bottone hai questa pagina in formato stampabile o in pdf

Per tornare alla home
Per contattare la Redazione


Questo sito fa uso di cookies. Privacy policy del sito e autorizzazione all'uso dei cookie: clicca qui