SOMNVS
 

 

 

 

"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI)

"La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)

 

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SOMNVS.


Crimine quo merui, iuvenis placidissime divum,
quove errore miser, donis ut solus egerem,
somne, tuis? Tacet omne pecus volucresque feraeque
et simulant fessos curvata cacumina somnos,
nec trucibus fluviis idem sonus? Occidit horror
aequoris, et terris maria adclinata quiescunt.
Septima iam rediens Phoebe mihi respicit aegras
stare genas. Totidem Oetaeae Paphiaeque recursant
lampades et totiens nostros Tithonia questus
praeterit et gelido spargit miserata flagello.
Unde ego sufficiam? Non si mihi lumina mille,
quae sacer alterna tantum statione tenebat
Argus et haud umquam vigilabat corpore toto.
At nunc heu! si aliquis longa sub nocte puellae
brachia nexa tenens ultro te, Somne, repellit,
inde veni! Nec te totas infundere pennas
luminibus compello meis - hoc turba precatur
laetior; extremo me tange cacumine virgae,
sufficit, aut leviter suspenso poplite transi.
 

 

Per quale delitto, o giovane dio, il più tranquillo di tutti, o per quale errore ho mai meritato, io misero, di essere privo, io solo, o sonno, dei tuoi doni? Tutto il bestiame è in silenzio e gli uccelli e le fiere, e le punte degli alberi, curvate, simulano un quieto sonno, e ai fiumi vorticosi manca il suono consueto. E' venuto meno l'orrore dell'oceano, e i mari riposano adagiato sulla terraferma. Ormai per la settima volta Febe tornando vede la rigidità delle mie guance sofferenti. Altrettante volte le stelle di Eta e di Pafo ritornano e altrettante volte la sposa di Titono passa accanto ai nostri lamenti e presa da compassione dissemina rugiada con una gelida sferza. Da dove troverò la forza? Neppure se avessi i mille occhi, che il sacro Argo teneva aperti alternativamente senza mai stare sveglio in alcun momento con tutto il corpo! Ed ora, ahimè, se qualcuno durante la lunga notte tenendo le braccia intrecciate di una ragazza, o Sonno, spontaneamente ti rifiuta, passa da lui a me! Non ti spingo a distendere completamente le tue ali sui miei occhi - di questo gente più fortunata ti prega; toccami con la punta estrema della tua verga, mi basta, o passami accanto leggermente volando sopra di me.

 

v.  4 Phoebe è la luna (propriamente Febe, la madre di Latona, e quindi nonna di Apollo e Diana, identificata poi con la luna)..

vv. 8-9: Le stelle di Eta (monte della Tessaglia) e di Pafo (altro nome dell'isola di Cipro) indicano rispettivamente Espero, stella della sera, e Lucifero, stella del mattino: si tratta delle due denominazioni date dagli antichi al pianeta Venere; l'isola di Cipro, come note, è strettamente connessa al culto di Venere.

 

NB Al v. 8 accettiamo l'emendamento recursant di Markland per l'impossibile revisent della tradizione manoscritta (limitata peraltro a un unico manoscritto). Altri editori preferiscono revisunt o altri emendamenti.

 

 

All'indirizzo

http://www.fas.harvard.edu/~classics/poetry_and_prose/statius5.4.html

si può avere una traduzione inglese di questo brano, letta da Kathleen Coleman (che nel medesimo sito URL propone anche una lettura - con pronunzia restituta -. del testo latino).

 

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