Antichità classica, Le Garzantine, Garzanti 2000, pagg
 

 

 

 

"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI)

"La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)

 

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Antichità classica, Le Garzantine, Garzanti 2000, pagg. 1650.

La serie delle Garzantine si è arricchita di quest’opera, frutto di una redazione ristretta con la collaborazione di un team di studiosi fra cui appaiono nomi di prestigio. I lemmi si riferiscono a storia, geografia, diritto, economia, religione, letteratura, arti figurative; sono compresi nomi comuni e nomi propri di personaggi storici, mitologici, letterari, e di località.

Le spiegazioni sono chiare ed esaurienti. L’utilizzo di rimandi interni permette di aggirare la scelta fra la conservazione della parola antica (traslitterata, per il greco) e la traduzione o trascrizione italiana, anche se non tutte le scelte sono convincenti (il rinvio da gherousìa a gerusia pare inutile); sempre l’uso del rinvio permette di accoppiare termini: ad esempio optimates-populares è un unico lemma, a cui si arriva per rinvio sia da ottimati sia da populares (ma non c’è popolari). L’analisi di alcuni lemmi permette di cogliere buone competenze e giudizi, seppure non sempre del tutto condivisibili, per lo meno articolati, problematici anche nella loro sinteticità e non banali. Taluni aspetti cruciali delle tragedie eschilee (s.v. Eschilo), ad esempio, quali la valutazione del personaggio di Eteocle nei Sette a Tebe, o il tema della responsabilità umana nei Persiani o nell’Orestea, o, soprattutto, l’interpretazione del Prometeo così variamente letto da portare sovente alla proposta di atetesi, sono affrontati con equilibrio e centrati nella loro essenza di problematiche religiose. Analogamente la lettura dell’Eneide (s.v. Virgilio) pare cogliere la tematica di fondo, cioè il rapporto fra Enea e il suo destino: tuttavia qui il dramma di chi vive pienamente nell’attesa del compimento della promessa, a cui ogni momento deve ripetere il suo sì, è visto come una mutilazione, non è chiaro se umana o estetica, rispetto alle figure "più libere e istintive, con le loro ragioni tutte umane" di Didone e Turno; e i dolori infiniti trovano giustificazione "solo in una prospettiva religiosa" (il corsivo è nostro); prospettiva senza la quale, in effetti, la storia di Enea non ha senso, ma che a questa storia conferisce non limitazione, ma straordinaria profondità e verità.

Un altro esempio di lemma preso in considerazione riguarda i miti. L’esposizione delle vicende mitiche, secondo l’uso della maggior parte dei repertori enciclopedici, prescinde dalla storia della formazione del mito e delle varianti d’autore, anche quando comportano interpretazioni differenziate del personaggio. Eccezioni solo per figure molto importanti, come Ulisse, di cui però si rilevano soprattutto le differenti vicende, e non il modificarsi della personalità e del giudizio. Buone comunque le informazioni: ad esempio per Palamede non si segue, come quasi tutti i repertori, la tradizione di età addirittura bizantina (nata da errata interpretazione di un aspetto del mito) secondo cui sarebbe stato re d’Eubea, ma si riportano i dati d’età classica.

Un ampio apparato iconografico, benché in bianco e nero e in piccolo formato, risulta utile completamento dei lemmi. Nel corso dell’opera sono inserite delle Schede di approfondimento lunghe da mezza pagina ad alcune pagine, rigorosamente d’autore, cioè firmate, a differenza dei lemmi che paiono piuttosto elaborazione redazionale: gli spunti per gli approfondimenti sono forniti da alcuni lemmi, per cui gli argomenti scelti appaiono un po’ disorganici e di diversa importanza.

Completano il lavoro varie appendici: le opere della letteratura greca e romana con riassunti; la cronologia della storia greca e romana; l’elenco degli imperatori romani; gli alberi genealogici dei re spartani e macedoni, delle dinastie di Egitto e Siria, delle famiglie romane dei Metelli, degli Scipioni e dei Giulio-Claudi. Infine un atlante storico dai tempi di Dario I a Giustiniano, con cartine in bianco e nero. Quest’ultima parte è assai utile, ma per ciò che riguarda la sezione dedicata ai titoli delle opere antiche sarebbe stato preferibile trovare i titoli delle opere in originale (col greco traslitterato): il titolo in traduzione italiana comporta a volte lunghe ricerche (benché in taluni casi vi siano dei rimandi). Un esempio per tutti: per trovare il Dyskolos di Menandro, dopo aver cercato sotto Dyskolos, sotto Misantropo, sotto Scorbutico, tutti senza rimandi, ci si rassegna a passare l’ordine alfabetico: si trova sotto Bilioso! Un appunto anche alle cronologie: dei quadri sinottici greco-romani sarebbero stati preferibili alle cronologie separate.

Nel complesso comunque un’opera ben utilizzabile, densa di informazioni, consultabile a diversi livelli e per diverse esigenze, che non dovrebbe mancare nelle biblioteche degli insegnanti e delle scuole, e molto utile anche per gli studenti.

(G.R.M.)


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