"Il patrimonio greco, criticamente purificato, è parte integrante della fede cristiana" (Benedetto XVI)

"La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma" (Benedetto XVI)

 

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IL GENERE BUCOLICO DA TEOCRITO AL NOVECENTO

LA POESIA GRECA ARCHETIPO DELLA POESIA EUROPEA

L’idea che muove questa serie di note è quella di riprendere e verificare una tematica che in più occasioni ha attratto la nostra attenzione: l’idea cioè che si debba cercare nelle pagine della letteratura greca il punto di partenza della nostra letteratura europea e occidentale. Con una precisazione, però: mentre tra l’esperienza letteraria e artistica dell’antica Roma e la nostra è sempre stata percepita una continuità mai interrotta, la letteratura greca, anche nelle epoche in cui ha saputo suscitare in modo più vivace e produttivo fermenti e spunti di ripresa, è sempre stata sentita come qualcosa di diverso: Virgilio è un poeta nostro, anzi la "nostra maggior Musa", mentre Omero, pur considerato il padre dei poeti tutti, si situa in una zona culturale diversa e in una prospettiva di lontananza remota. Tentiamo di verificare quest’ipotesi con una panoramica sulla poesia pastorale. La tradizione della poesia pastorale sembra nascere con Virgilio; è dalle sue Bucoliche che prende l’avvio un filone che ha avuto una consistenza notevole nel corso della successiva esperienza letteraria italiana ed europea. Ma la fonte di Virgilio, cioè la poesia teocritea, è sempre rimasta nell’ombra: la tradizione successiva si richiama a Virgilio e ne riprende e rielabora temi e motivi; Teocrito, che pure di Virgilio è stato l’ispiratore, presenta caratteri di diversità e rimane comunque nell’ombra, iniziatore di un genere nuovo, ma ignorato da chi ha trattato questo genere.

INDICE:

Teocrito e l'età ellenistica.

Virgilio e la tradizione bucolica dopo Teocrito.

Il tema bucolico nella letteratura italiana.

Il tema bucolico nelle letterature straniere.

Il motivo pastorale nella musica.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

Le traduzioni di Teocrito del Taccone (Torino 1914) e del Bignone (Palermo 1924) appaiono assai distanti dal nostro linguaggio e dal nostro gusto: soprattutto quella del Bignone risulta di faticosissima lettura, tanto che in alcuni frangenti il testo greco è più semplice e "leggibile" della versione italiana. Una buona traduzione in prosa moderna è quella di V. Pisani, pubblicata a fronte di un’edizione critica apparsa presso l’Istituto Editoriale Italiano (Milano 1946): l’edizione è stata poi ristampata (Roma 1984) e provvista di un’introduzione curata da A. De Gregorio, che fornisce i necessari aggiornamenti critici e bibliografici. La traduzione di Pisani è molto fedele, ma il testo critico, pur condotto con notevole attenzione per gli aspetti linguistici e con la perizia di uno studioso che deve essere annoverato tra i maggiori specialisti di lingua greca vissuti nel XX secolo, risulta superato, dopo che gli studi di C. Gallavotti avevano condotto a una valutazione della tradizione manoscritta sensibilmente diversa da quella precedentemente accreditata (l’edizione critica del Gallavotti uscì nel 1955, ed è stata ristampata nel 1993). Altre traduzioni sono apparse, anche in edizioni tascabili, in anni recenti: ricordiamo quelle di V. Gigante Lanzara (ed. Garzanti, Milano) e di M. Cavalli (Mondadori, Milano), e soprattutto quella di Vox nei Classici UTET (Torino), ora liberamente accessibile anche tramite Internet (al sito http://www.classici.utet.it). Notizie su Teocrito e testi del poeta, centrati in particolare sulla tematica del locus amoenus, si trovano anche nel sito Internet http://digilander.iol.it/ostraca, curato da L. Cocci: in questo medesimo sito si troveranno interessanti osservazioni sul paesaggio nella letteratura antica e moderna, anche con un'accurata e interessante proposta di immagini pittoriche.

Mancano saggi complessivi e attuali sulla problematica teocritea. Per una visione d’insieme si potrà ricorrere al vecchio libro di Ph. E. Legrand, Étude sur Théocrite, Parigi 1898. Sul linguaggio del poeta sara utile consultare C. Gallavotti, Lingua tecnica e poesia negli Idilli di Teocrito, Roma 1952. La bibliografia recente esamina di solito problemi particolari o singoli idilli: un elenco delle principali pubblicazioni si potrà trovare sui manuali solitamente in uso ovvero nelle introduzioni alle edizioni del poeta. Utili saranno, come sempre, la Storia delta letteratura greca del Leaky, i capitoli dedicati all’età ellenistica della Storia e civiltà dei Greci (il volume dedicato alla letteratura ellenistica è il nono) e i molti volumi introduttivi all’età ellenistica: è interessante però che un volume d’insieme come quello del Walbank, Il mondo ellenistico, trad. ital. Bologna 1983, dedichi a Teocrito meno di una pagina; non di molto più ampio, e con un inquadramento un po’ limitativo (Teocrito viene collocato nella lirica di evasione), è lo spazio che gli dedica il Lévêque nel suo schizzo Il mondo ellenistico, trad. it., Roma 1980.

Per una introduzione a Virgilio si ricorrerà con vantaggio al manuale del Büchner, Virgilio, Brescia 1963 (è la traduzione italiana dell’articolo dedicato al poeta latino nella Realenzyklopädie di Pauly-Wissowa). Interessante è lo studio di B. Snell, L’Arcadia: scoperta di un paesaggio spirituale, ripubblicato in traduzione italiana in La cultura greca, Torino 1963 (e successive ristampe), pag. 387 e segg. Per alcuni aspetti del linguaggio linguaggio (collocazione degli aggettivi, usi di volgarismi) si veda M. Morani, Osservazioni linguistiche alle Ecloghe vergiliane, "Aevum" 59 (1985), pp. 69-85. Un’utile introduzione (a livello scolastico)) sulla poesia bucolica virgiliana e su qualche continuatore si troveranno nel manuale di B. Gentili, E. Pasoli, M. Simonetti, Storia della letteratura latina, Bari-Roma 1976. Uno studio complessivo sul genere nella poesia latina è quello di Hubaux, Les thèmes bucoliques dans la poésie latine. Paris 1931.

Utile strumento per lo studio dell’evoluzione del genere bucolico nella letteratura italiana è il III volume della Letteratura Italiana (Le Forme del testo I. Teoria e poesia; II. La prosa, Einaudi, Torino 1984) in cui in più passi viene affrontato l’argomento: A. Battistini - E. Raimondi, Retoriche e poetiche dominanti, pp. 56-65; 93-98; 107-111 A. Tartaro La prosa narrativa antica, p. 653; pp. 701-702; 706-709.

Per i testi latini di Dante, Petrarca e Boccaccio rinviamo alle seguenti edizioni: Dantis Eclogae, a cura di G. Albini, Firenze 1903; Petrarea, Eclogae in Canzoniere. Trionfi e versi latini, a cura di C. Muscetta e D. Fonchiroli, Einaudi, Torino 1967; Boccaccio, Bucolicum Carmen, in Carmi, Epistole e scritti minori latini, Bari 1928

Per la produzione bucolica di Boccaccio si vedano: G. De Robertis, L’Ameto, in Studi, Vallecchi, Firenze 1944; G. Velli, L’Ameto e la Pastorale, Il significato della forma, in M. Cottino-Jones e E.F. Tuttle (a cura di) Boccaccio: secoli di vita. Atti del congrosso internazionale "Boccaccio 1975" Università di California, Los Angeles, 1975, Longo, Ravenna 1977, pp. 67-80; R. Ramat, Boccaccio 1340-1344, Belfagor XIX, 1964; G. Martellotti, Dalla tenzone al carme bucolico. Giovanni del Virgilio, Dante, Boccaccio, Italia medievale e umanistica VII, 1964.

Per il testo di Sannazzaro si veda J. Sannazzaro, Arcadia in Tutte le opere volgari di J. S., a cura di A. Mauro, Laterza, Bari 1961. Per l’Arcadia si possono confrontare: V. Gaietti, Lettura poicoanalitica dell’Arcadia del Sannazaro, Genova 1970; M. Corti, Metodi e fantasmi, Milano 1969 (contiene: Il codice bucolico e l’Arcadia di J. Sannazaro, Per una storia del codice bucolico, Rivoluzione e reazione stilistica nel Sannazaro).

Tra gli studi sull’Aminta resta fondamentale quello di G. Carducci, Su l’"Aminta" di Torquato Tasso, in Opere, Ediz. Naz., vol. XIV, Bologna 1936; G. Gotto, Interpretazione del Tasso, Napoli, 1951; M. Sansone, L’Aminta di T. T.. Milano-Messina, 1941; G. Bonalumi, Introduzione all"Aminta", Bologna, 1958.

Sul dramma pastorale e sulla tragicommedia si vedano: B. Croce, Poesia pastorale, in Poeti e scrittori del pieno e tardo Rinascimento, 1, Bari 1956; G. Folena, La mistione tragicomica e la metamorfosi dello stile nella poetica del Guarini, in La critica stilistica e il barocco letterario, Atti del II Congresso Intern. di studi italiani, Firenze, 1958; N. F. Cimmino, La favola pastorale, Firenze 1980.

Per l’Arcadia settecentesca si consultino: M. Fubini, Arcadia e Illuminismo, in Questioni e correnti di storia letteraria, Milano, Marzorati, 1949; C. Calcaterra, La melica italiana dalla seconda metà del Cinquecento al Rolli e al Metastasio, Bologna 1951; La poesia settecentesca nella storia delle forme metriche italiane, in Problemi di lingua e di letteratura italiana del Settecento, Atti del IV congresso dell’Associazione internazionale per gli studi di lingua e letteratura italiana, Wiesbaden. 1965.

Sui rapporti tra poesia bucolica antica e poesia europea moderna si veda p.es. E. R. Curtius, E.R. Letteratura europea e Medio Evo latino (tr. it. a cura di A. Luzzatto e M. Candela), La Nuova Italia, Firenze 1995, p.es. pp. 211 ss. e passim.

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