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Antologia Palatina VII 535

Di Meleagro

Non più io voglio, non più abitare sulle cime dei monti ta le caprette, o Pan dai piedi di capro. Che c'è di dolce, che c'è di desiderabile per me tra i monti? Muoia Dafni. Dafni, che ha appiccato il fuoco al nostro cuore. Abiterò qui in città, e qualcun altro si metta a caccia delle fiere. La mia vita di prima non era cara a Pan.

 

ΜΕΛΕΑΓΡΟΥ
 

Οὐκέθ' ὁμοῦ χιμάροισιν ἔχειν βίον, οὐκέτι ναίειν
    ὁ τραγόπους ὀρέων Πὰν ἐθέλω κορυφάς.
τί γλυκύ μοι, τί ποθεινὸν ἐν οὔρεσιν; ὤλετο Δάφνις,
    Δάφνις, ὃς ἡμετέρῃ πῦρ ἔτεκε κραδίῃ.
ἄστυ τόδ' οἰκήσω, θηρῶν δέ τις ἄλλος ἐπ' ἄγρην
    στελλέσθωῥ τὰ πάροιθ' οὐκέτι Πανὶ φίλα.

  

Nell'immagine: Pan insegna a Dafni a suonare l'aulo; copia di età romana di originale greco (Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps)

 

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