(1) Plauto spesso scherza sui filosofi. Colui che ordisce ingegnosamente la beffa è un Thales, cfr. Rud. v. 1003, Captivi, v. 274. Philosophari significa esprimersi con pungente dialettica (cfr. Captivi, v. 284 e Pseudolo v. 974). In entrambi i casi il "filosofeggiare" è associato all’ inganno.

(2) Il prenestino viene ridicolizzato anche da Stasimo nel Trinummus (vv. 608-609).

(3) Entrambi i nomi sono simbolici e alludono alle qualità del personaggio: Pseudolo è menzognero, Crisalo è abile nell’arraffare denaro, come egli stesso sottolinea (v. 704) .

(4) Cfr. Epidicus vv. 159-160, dove la metafora militare si accompagna a una metafora tratta dal campo delle istituzioni di diritto pubblico, Asinaria v. 269, Poenulus v. 221, Mostellaria vv. 1047 segg.

(5) Per l’identificazione del servo astuto con Ulisse cfr. Pseudolo v. 1244 e v. 1063.

(6) Per le metafore marinaresche applicate alla beffa cfr. Asinaria v. 258 quo hanc celocem conferam?

(7) M. Barchiesi, Plauto e il metateatro antico in "Verri" XXXI, 1969, pag. 113 segg.

(8) Una situazione simile per gli appellativi amorosi si ha in Asinaria v. 666 e segg.

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